La storia di una Caregiver

Pioggia, tuoni, fulmini... poi il sereno.

La mamma a 74 anni era ancora una persona molto attiva, con tantissime relazioni e impegni, in campo sociale e culturale. All’improvviso ha avuto un aneurisma che ha portato ad un deficit cognitivo.

In quel momento ci รจ caduto il mondo addosso.

Dopo diversi mesi di ospedale rientriamo a casa con una persona โ€œdiversaโ€, da gestire ed accudire, con unโ€™organizzazione della vita sconvolta, tutta da ricostruire. Per i primi anni ho seguito la mamma a casa sua con l’aiuto di badanti, ma il carico assistenziale era notevole, complicato e spesso mi sono sentita sopraffatta e abbandonata.

Nel 2016 sono venuta a conoscenza, tramite amici, della struttura di Lomagna della Cooperativa L’Arcobaleno e ho fatto domanda di ingresso, anche se senza troppe aspettative, immaginando tempi lunghi e complicazioni.
Fortunatamente la mamma รจ stata inserita velocemente ed รจ stata subito accolta come in una famiglia.ย 

In quegli anni, grazie al Centro Diurno, la mamma ha potuto vivere ancora una vita piena di relazioni e attivitร , in cui ci sono stati momenti difficili e duri dovuti alla malattia, ma piรน facili da affrontare con la consapevolezza di avere un appoggio, persone al tuo fianco con le quali condividere problemi e preoccupazioni, ma anche emozioni, conquiste, sorprese inaspettate (un giorno la mamma – nata con lโ€™arte nelle mani e nel cuore – ha stupito tutti disegnando un bellissimo mazzo di fiori!!), con cui arrivi addirittura a sorridere e a vivere in maniera diversa le fasi di declino cognitivo.

Nessuno รจ preparato a diventare caregiver, soprattutto dei propri genitoriโ€ฆ saltano gli equilibri, vivi una perdita continua e devi elaborare un lutto quotidiano, devi far fronte a problemi e fatiche operative che rischiano di schiacciartiโ€ฆtrovare in questo percorso ignoto, incerto, mutevole, un centro a cui ancorarsi, con personale che assiste e si dedica al tuo caro insieme a te, che ha a cuore il suo benessere come te, significa dividere e alleviare il carico, permette di recuperare le forze e andare avanti.
E, come nel mio caso, aiuta ad arrivare sino alla fine, anche se diventa sempre piรน dura.

Quando la mamma รจ mancata, ho scritto a tutte le ragazze del Centro:
โ€œGrazie per il bene che le avete fatto – Grazie per il bene che le avete volutoโ€
ora ripensandoci direi
โ€œGrazie per il bene che ci avete fatto – Grazie per il bene che ci avete volutoโ€

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